Le porte della percezione

Di Alessandro Manfrè

L’estetica ha la sua origine dalla parola aesthetica, letteralmente “dottrina della conoscenza sensibile”. Se ci soffermiamo sulle parole “conoscenza” e “sensibile”, possiamo constatare che esse si fondano sulla possibilità di fare esperienza.

Conoscenza è l’atto del conoscere, cioè un’azione intenzionale, una facoltà di apprendere e di percepire, ma anche di comunicazione, che di seguito grazie all’intelletto e all’attività cognitiva viene elaborata e interpretata nelle dimensioni temporali, poiché può venire proiettata nel futuro, o essere collocata nella memoria, divenendo così parte del passato.

Sensibile significa che l’origine della conoscenza è fondata sulla percezione sensoriale; con i sensi, il nostro Sé entra in connessione con sè stesso (propriocezione es. caldo/freddo, dolore, movimenti nel corpo, equilibrio e senso di sé) e l’ambiente. I cinque sensi sono collegati ad un sistema complesso di ricezione che, in noi come esseri viventi animali dotati di movimento differentemente dai vegetali, è il sistema nervoso.

La semantica ci indica che esperienza, dal latino experientia, significa “provare e sperimentare”, ed è definibile come una conoscenza fondata sul principio di realtà, il quale è sempre al di là degli aspetti del pensiero o mentali, oltre il “conosciuto”, che altro non sono che i modelli di riferimento introiettati attraverso i fattori culturali e sociali.

L’esperienza attraverso la conoscenza sensibile è nell’unica dimensione possibile, il qui ed ora, l’unica che sfugge e non può essere compresa dalla mente “pensante”, C.G. Jung l’ha chiamata sincronicità.

La Metasomatica – mèta μετά,  oltre-attraversare e sòma σῶμα, corpo – si colloca nella dimensione del fare esperienza per poi attraversarla, trascenderla, tramite l’unico luogo possibile in cui questo processo può avvenire, il corpo e, più precisamente, la corporeità, quindi la natura fisica ma anche energetica e spirituale che ci costituisce.

La percezione è il mezzo per il quale il mondo interno, e la soggettività, si integrano e connettono al mondo esterno, il mondo oggettivo. Anche il gruppo musicale The Doors aveva fatto suo questo concetto di chiara origine orientale, collegato purtroppo all’uso di sostanze psichedeliche (che in realtà ne distorcono la percezione), portando ad una diffidenza le pratiche che si ispirano all’introspezione  e ad una migliore percezione psico-corporea, o perché non approfondite in modo adeguato dalla scienza e dalla cultura “occidentale” o perché a volte proposte in modo improprio.

Su un piano di cultura, che sentiamo più vicino, anche se dagli anni sessanta sono stati fatti grandi passi avanti soprattutto nelle scienze psicologiche per integrare queste teorie e pratiche (basti leggere Daniel Goleman, che ha instaurato un dialogo scientifico-filosofico col Dalai-Lama), intendo citare una frase che da tempo mi accompagna nelle mie riflessioni, il filosofo Emanuele Severino, uno dei pilastri del pensiero in occidente, asserisce che il corpo è il luogo in cui appare la verità”.

Il corpo è la sede delle nostre percezioni, ma anche il luogo dove appare la verità-realtà (ciò che “è)”. Diventa necessario uno spazio in cui partire e tornare-da e in-noi stessi per ri-conoscere il nucleo vitale che, come asserisce lo psicologo C.G. Rogers, in noi vi è una forza che ci spinge a divenire ciò che siamo, la tendenza attualizzante, che ci spinge a raggiungere il nostro Sé. Ideale ma possibile.

DAL BLOG: PSICOLOGIA METASOMATICA (FRANCESCO RUIZ)

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